martedì 2 agosto 2011

2 Agosto

Il messicano ha colpito duro, sono sveglio dalle 6, e approfitto di internet per riallacciare qualche contatto che il fuso orario rende difficile. Ma anche per verificare sul sito di cartasi la disponibilità delle carte di credito, ormai sono entrato nell'american way of life e sono diventato abilissimo a strisciare la mia carta per pagare tutto quanto.

Tra qualche ora si parte per la Monument Valley, poi inizierà pian piano l'avvicinamento a Los Angeles da dove ripartiremo verso l'Europa.

 Come al solito le indicazioni del mio tom tom sono diverse da quelle di google map, chi avrà ragione?
 Per fortuna il supporto cartaceo di Rand Mc Nally, anche se del 2007 non perde mai il satellite, non ha mai le batterie scariche e ci viene incontro nei momenti di  . Scendiamo per la 98 passando da Kaibito. Poco dopo Kaibito ci lasciamo attrarre da un cartello scritto a mano, "Horse riding".. chi non si sarebbe fermato, sono le 11:30 del mattino cosa potrebbe essere meglio di una bella cavalcata sotto al sole sulla white mesa?
 Il posto è introvabile, così mi sono memorizzato le coordinate con tomtom, metti che qualcuno voglia fare una cavalcata e stia passando da quelle parti:

 N36,57699,W110,85015

 Entriamo, seguendo il sentierino sterrato, ci accoglie una simpatica ragazza navajo contrattiamo per 30$ un giretto di un'ora, il tempo di prepararci i cavalli e siamo pronti
La nostra guida sarà il simpatico marito della ragazza che arriva appena i cavalli sono pronti, si chiama Jay Black, ha iniziato da un paio di anni, coi cavalli selvaggi che ha catturato e  domato lui stesso, ci dice che è su Facebook e che ha intenzione di mettere su un sito per la sua attività, per ora ha un indirizzo email jay55batchop@yahoo.com.

 Nel percorso ci accompagnano i suoi 4 cagnolini spelacchiati


  I cavalli sono oltremodo tranquilli e passiamo la nostra ora abbondante a cavallo


 Ripartiamo belli ricoperti di polvere rossa (ma non è finita) verso la monument Valley, c'è un oretta di macchina, ma anche un'ora di fuso orario, per cui arriviamo alle quattro meno un quarto, facciamo il check in e chiediamo per le escursioni, ce n'è una che parte alle quattro, non portiamo nemmeno le valigie in camera, il nostro pranzo (che abbiamo scordato di fare) consiste in un paio di banane e in un sacchetto di carne essiccata, che va molto da queste parti e che qui chiamano Jerky


 Saliamo su un camioncino aperto e via a mangiare polvere, la mia povera macchina fotografica avrà bisogno di una revisione al ritorno, scatto 6 milioni di foto, la luce non è il massimo, si è rannuvolato... mi accorgo solo alla sera che la sensibilità ISO era settata a 800... e le foto saranno tutte un po' sgranate.

 All'inizio seguiamo la pista principale dove passano anche i veicoli privati, il giro classico di circa 17 miglia, e mi sento un po' turista intruppato, in coda a mangiare polvere, anche se il paesaggio è da film

 poi lasciamo la pista principale e ci avventuriamo per le piste a cui le auto private non possono accedere nel mezzo della Nazione Navajo

 Veniamo portati nel  hogan di Susy,


questa nonna indiana di 95 anni che ci mostra come si acconciavano le "Squaw" usando mia figlia come cavia

La nostra guida ci racconta un po' la storia della nazione Navajo, ci porta a vedere i petroglifi degli Anasasi


Il giro prosegue coi punti piu` famosi, visti in tanti film come il John Ford's point


Ritorniamo soddisfatti dal nostro giro di 3 ore e mezzo, la mia maglietta bianca da 3,50$ comprata a WalMart è ormai decisamente rossa, io ho terra rossa ovunque, la sento persino tra i denti, ci dirigiamo verso il nostro alloggio che si rivela un miniappartamentino appena fuori dal lodge, con salottino, cucina, due camere da letto... decidiamo al volo per una cena in casa... prima di crollare facciamo un salto alla Grocery 100 metri più in basso e ci riforniamo di 24 bottigliette di acqua, un gallone di succo di arancia, 5 bisteccone, frutta, pomodori

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